NL|17 – 8 febbraio 2017

 

La candidiasi: infezione fungina
che interessa varie parti anatomiche

La candidiasi (o candidosi) è un’infezione fungina causata da lieviti appartenenti al genere Candida, fungo saprofita appartenente alla famiglia dei Saccaromiceti, che vive fisiologicamente nel cavo orale, nel tratto gastrointestinale, nella pelle, nella vagina e nelle mucose di persone sane.

Una sua eccessiva crescita, tuttavia, può determinare l’insorgenza di sintomi che variano in base alla parte anatomica interessata e sono a maggior rischio le zone caldo-umide del corpo e le aree della pelle più soggette a sudorazione e umidità:

  • L’infezione che si sviluppa nella bocca o nella gola è chiamata “mughetto” o candidosi orofaringea;
  • L’infezione vaginale viene di solito detta “infezione da lieviti”;
  • La candidosi invasiva avviene quando i funghi penetrano nel circolo sanguigno e si diffondono in tutto il corpo.

In particolare, tra le donne in età fertile è piuttosto comune la Candidiasi Vaginale, patologia non rischiosa ma particolarmente fastidiosa che si manifesta in modo caratteristico con la classica sensazione di prurito, spesso associata a bruciore e perdite.

Le più esposte al rischio di contrarre la candida sono le donne in età fertile e sessualmente attive. Spesso questo disturbo può presentarsi anche nelle bambine o nelle neonate (irritazione da pannolino). Persino gli uomini possono essere soggetti a candidosi, anche se la patologia si può presentare in una forma asintomatica.

In condizioni fisiologiche la Candida è silente perché presente in forma di spora, aderendo alle cellule dell’epitelio vaginale senza lederle, mentre quando si virulenta assume la forma attiva di ifa.

L’infezione si realizza quando l’adesione si trasforma in penetrazione e invasione del rivestimento epiteliale della vagina, mediante il rilascio di enzimi proteolitici e tossine, con infiammazione acuta e dolore.

Il viraggio dall’una all’altra forma dipende da un equilibrio dinamico tra le caratteristiche aggressive del fungo e l’immunosorveglianza attiva dell’ospite.

Si tratta di un disturbo molto comune che nella maggior parte dei casi si presenta più volte nel corso della vita. Quasi il 75% delle donne presenta questo tipo di patologia almeno una volta nella vita, causata nel 90% dei casi da un fungo denominato Candida albicans. Di queste, circa la metà presenterà degli episodi successivi, le recidive. Il 28,1% delle adolescenti che si rivolge agli ambulatori pubblici italiani per una visita ginecologica ha una vulvovaginite da Candida; il 20% degli esami colturali vaginali di donne asintomatiche è positivo per la Candida; infine, il 20-22% delle infezioni acute evolve in vulvo-vaginite da Candida ricorrente (Recurrent Vulvo Vaginal Candidiasis, RVVC), caratterizzata da quattro o più episodi in un anno.

La Candida albicans, come già detto, è la forma più comune di candida, ma sono in aumento le infezioni miste, provocate cioè da funghi e batteri contemporaneamente, così come le infezioni causate da altre specie della stessa famiglia come ad esempio:

• C. Glabrata, diagnosticata nel 54% delle diabetiche verso il 22,6% delle donne non diabetiche;

• C. Krusei e Tropicalis, più frequenti nelle diabetiche;

• C. Parapsilosis e Lusitaniae, più rare rispetto alle altre.

Le vie di trasmissione della Candida includono:

  • Autoinfezione, specie dal reservoir intestinale:

a) per contaminazione della cute vulvare da residui fecali;

b) per traslocazione della Candida all’interno e attraverso le cellule della mucosa intestinale, specie in caso di infiammazioni della parete del colon, per sindrome del colon irritabile, diverticoliti, colite ulcerosa e così via.

  • Trasmissione sessuale
  • Trasmissione materno- fetale, durante il parto per via vaginale

L’intestino –mandante occulto di molte forme di infezioni vaginali – rimane comunque la principale fonte di colonizzazione della Candida in vagina.

In effetti, la Candida isolata da colture rettali in pazienti con RVVC si è rivelata identica a quella ritrovata in sede vaginale, suggerendo che esista un persistente reservoir intestinale del micete, concetto ben chiaro fin dagli anni 70.

In effetti è fondamentale prendere coscienza che in ogni forma di candidiasi ed infezione micotica c’è la concomitante presenza di candida intestinale: si deve partire proprio da questa presa di coscienza per intraprendere il giusto trattamento della paziente, adottando schemi terapeutici precisi e nello stesso tempo personalizzati, con prodotti sia topici che orali, che consentano di agire efficacemente nei confronti dei meccanismi eziopatogenetici della malattia, mirando sia alla profilassi in caso di recidive sia alla guarigione clinica e all’eradicazione del patogeno.